Questo è stato il venerdì dei Non-Farm Payrolls, che hanno disatteso le aspettative e gettato quindi ancora una volta i mercati finanziari nella preoccupazione che non potrebbe esserci un innalzamento del tasso d’interesse a breve.
Secondo i trader, un innalzamento del tasso d’interesse in meno di due settimane era ormai “cosa fatta”. Molti però hanno dovuto rivedere la previsione, in quanto i dati pubblicati dagli Stati Uniti non sono stati certamente positivi.
L’economia statunitense ha aggiunto “solo” 138k posti di lavoro in maggio, al di sotto delle aspettative che attendevano un dato uguale o superiore a 180k. Come se non bastasse, 66k posti di lavoro sono stati revisionati dai rapporti dei due mesi precedenti, il che significa che l’economia statunitense ha generato più di 100k posti di lavoro in meno negli ultimi tre mesi rispetto a quello che gli analisti attendevano.
Mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 4,3%, il calo è stato determinato da un calo nel tasso di partecipazione alla forza lavoro dal 62,9 al 62,7%; In altre parole, c’è stato un declino della disoccupazione, causato dai pochi cittadini americani che cercano lavoro piuttosto che da un aumento vero e proprio nei posti di lavoro.
Non solo la quantità dei nuovi posti di lavoro è stata alquanto deludente, ma anche la qualità di questi. Le paghe orarie medie sono aumentate dello 0.2% m/m per arrivare quindi ad un tasso manualizzato del 2.5%, in linea con le aspettative negative.
Le ore medie settimanali lavorative si sono mantenute costanti a 34.4. In un segno rilevante per l’agenda di Trump, la produzione di occupazione è stata effettivamente ridotta per la prima volta quest’anno.
In termini di reazione del mercato, i futures azionari statunitensi hanno perso la la maggior parte dei guadagni. Il rendimento obbligazionario di 10 anni è scambiato al ribasso di 4 punti base e il dollaro USA ha perso mezzo punto per essere scambiato di nuovo sotto i 97 – il suo livello più basso dopo le elezioni statunitensi.
Adesso crediamo quindi che il percorso della Federal Reserve per innalzare i tassi d’interesse durante quest’anno sia ormai cambiato. Vediamo irraggiungibile la possibilità che la Fed possa innalzare il tasso per ben 3 volte quest’anno. Tuttavia la Banca Centrale sembra essere pronta per innalzarlo tra 12 giorni, anche se i primi rumors dovish iniziano ad arrivare.
Il mercato del lavoro è confuso. La crescita dei posti di lavoro è calata, non c’è una crescita degli stipendi. Fino a che gli stipendi non cresceranno al 3% annuale, il rischio d’inflazione è ancora molto remoto. Non c’è quindi motivo (per adesso) di una “strinta” sulla politica monetaria.