Secondo la famosa banca HSBC, sarà molto improbabile che la Banca Centrale Europea possa annunciare un Quantitative Easing durante la giornata del 20 Marzo. Un annuncio che arriva come un fulmine a ciel sereno sui mercati, che hanno ormai venduto pesantemente il dollaro, che negli ultimi giorni ha perso svariati pips:
L’annuncio di HSBC arriva nonostante l’annuncio di Draghi, che come in molti sanno ha affermato che la banca “rivedrà la posizione della politica monetaria”.
La HSBC ha affermato che l’acquisto di 60 milioni in asset da parte della BCE con il suo Quantitative Easing, non continuerà , a causa di alcune limitazioni tecniche.
Durante il meeting di Marzo, la BCE potrebbe quindi mettere in discussione le attuali condizioni della politica monetaria, espandendo addirittura del 50% dal 33% attuale del limite sull’immissione per le obbligazioni, senza alcun tipo di clausola.
EUR/USD, il crollo continua
Come potete notare dal grafico postato poco sopra, la coppia Forex EUR/USD nelle ultime due settimane, ha intrapreso un trend ribassista che ha portato la coppia a bucare diversi livelli chiave. Il “The Fiber” ha rotto 1.13, 1.12, 1.11, 1.10 e adesso si appresta ad avvicinarsi anche al livello di 1.09. Si tratta quindi di oltre 500 pips in poco più di due settimane. Principalmente questo è stato dovuto al fatto che la Banca Centrale Europea ha affermato di voler aumentare il suo QE, per cercare di riportare in carreggiata l’economia Europea.
Il PIL regionale EU 2014 è stato rilasciato
Secondo gli ultimi dati pervenuti nella nostra redazione, Durante tutto il 2014, il PIL regionale ha spaziato dal 30% della media UE nella regione bulgara di Severozapaden, al 539% della media della città di Londra Ovest – nella zona ovest della capitale del Regno Unito.
Dopo la regione interna di Londra, le aree che si sono comportate meglio in confronto alla media europea, sono state il Granducato di Lussemburgo che è al 266% al di sopra della media, seguiti da Bruxelles in Belgio che è al 207%.
Poi si è piazzata la città di Amburgo in Germania con il 206%, Londra Est, Regno Unito con il 204%, e Bratislava in Slovacchia con il 186%.
In totale, ci sono state ben 21 regioni che sono rimaste al di sopra (o uguali) al 50% del PIL pro capite: cinque in Germania, tre in Olanda e Regno Unito, due in Austria, una in Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Francia, Slovacchia, Svezia e Lussemburgo
Ed anche altre 21 regioni che però sono state al di sotto del 50% pro capite. Cinque erano in Bulgaria, Polonia e Romania, quattro in Ungheria, una in Grecia e Francia.
In Italia, del resto, non si sta poi così tanto male, ecco i dati:
Piemonte 100% (in media con la media Ue), Valle d’Aosta 133%, Liguria 104%, Lombardia 126%, Bolzano 144%, Trento 123%, Veneto 108%, Friuli Venezia Giulia 101%, Emilia Romagna 117%, Toscana 104%, Umbria 87%, Marche 92%, lazio 114%, Abruzzo 84%, Molise 75%, Campania 61%, Puglia 63%, Basilicata 69%, Calabria 59%, Sicilia 62%, Sardegna 72%.